Fabrizio Gatti è Presidente di Finpiemonte, la Società finanziaria regionale in house che dal 1977 opera per lo sviluppo e la competitività del Piemonte e gestisce attività di supporto alla crescita dell’economia regionale. Con lui abbiamo parlato della collaborazione con il CSI-Piemonte, delle possibilità legate all’individuazione di una piattaforma ICT per i fondi europei 2014-2020 e del futuro del loro Ente strumentale.

Dott. Gatti, da più parti i prossimi fondi strutturali europei vengono visti come l’occasione per rilanciare il settore ICT e industriale piemontese. In questo contesto, CSI-Piemonte e Finpiemonte rappresentano due attori chiave per tutto quello che riguarda la loro gestione. Quale forme può assumere la loro collaborazione per essere ancora più di supporto per la Regione Piemonte?
Non c’è dubbio che l’ICT rappresenti un tassello importante nel quadro generale dell’economia regionale, soprattutto in quanto settore “trasversale” e fattore imprescindibile di innovazione per tutti i comparti industriali e dei servizi, inclusa la Pubblica Amministrazione. Non a caso, infatti, tra i punti di attenzione individuati dalla Giunta Regionale compare, in attuazione delle direttive europee, l’impegno a digitalizzare tutti gli scambi di informazione tra i beneficiari e le amministrazioni coinvolte entro dicembre 2015. Sempre con il supporto del CSI-Piemonte, l’ente a cui la pubblica amministrazione piemontese affida la gestione e la realizzazione dei propri servizi ICT.
Finpiemonte, nel suo ruolo di finanziaria regionale, ha un rapporto intenso e quotidiano con i beneficiari delle misure messe in campo dalla Regione a sostegno dello sviluppo del Piemonte e collabora con il CSI, che gestisce la piattaforma bandi regionale. Ritengo strategica la collaborazione tra i due enti, che, insieme a tutto il sistema locale, dovranno concorrere al processo di semplificazione, favorendo sia il miglioramento di quanto già in atto, sia la creazione di strategie e strumenti improntati alla user friendliness, che deve ormai caratterizzare i rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini-beneficiari-utenti-imprese.
Per favorire la crescita e il rafforzamento del settore ICT piemontese, che dovrebbe accompagnare il passaggio alla semplificazione e digitalizzazione della PA, Finpiemonte potrebbe anche fornire supporto alla Regione nella definizione e nell’utilizzo di strumenti di finanziamento evoluti dedicati alle start-up innovative, penso in particolare ai minibond varati nel 2012, al fine di agevolare l’accesso al credito per finanziare gli investimenti e la crescita, che favorirebbero il rafforzamento dei Poli di Innovazione e l’aggregazione di PMI tecnologiche.

Il CSI giudica prioritaria la nascita di una piattaforma ICT specifica (come per agroalimentare, automotive e aerospazio) su cui convogliare i fondi strutturali della Programmazione 2014-2020 per favorire il rilancio dell’intero settore. Come giudica questa possibilità?
Le priorità fondamentali di Europa 2020 – crescita intelligente, sostenibile e inclusiva – implicano, con questi tre aggettivi, il coinvolgimento di tutti gli aspetti della vita economica e sociale: lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione, efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva, con un alto tasso di occupazione, che favorisca la coesione sociale e territoriale. L’innovazione è il comune denominatore, la chiave per il raggiungimento di questi obiettivi e innovazione significa anche e soprattutto sviluppare e sfruttare al meglio le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che già da anni sono nell’agenda della programmazione regionale. Vedo l’utilità di una piattaforma intesa soprattutto come strumento di coordinamento che faciliti, attraverso i fondi finalizzati all’innovazione, frutto della programmazione europea 2014-2020 – la necessaria svolta per lo sviluppo e l’applicazione trasversali delle ICT. In questo senso Finpiemonte potrebbe svolgere, su incarico della Regione, quel ruolo di raccordo e di facilitatore che già ricopre su molti tavoli istituzionali. Come ho già detto, non c’è settore o più ampi ambiti di intervento – smart city, e-government, e-health, efficientamento energetico, trasporti, logistica etc. – rispetto al quale le ICT non siano fortemente coinvolte. Si tratta di appuntamenti che il Piemonte, come tutta l’Italia, non può permettersi di mancare e per centrare l’obiettivo è necessario avviare cambiamenti strutturali nel modo di progettare gli interventi e nella governance dell’innovazione. Tra gli obiettivi che il Codice di Amministrazione Digitale attribuisce alle Regioni, c’è prioritariamente quello di digitalizzare la loro azione amministrativa e di implementare l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, non solo per realizzare servizi migliori, ma anche per garantire una comunicazione più snella, immediata ed economica fra le diverse amministrazioni e dare vita a una vera propria società dell’informazione e dell’e-government.

Allargando l’analisi al di fuori del tradizionale contesto in cui opera Finpiemonte, per esempio al settore della sanità e delle necessarie razionalizzazioni di spesa, come pensa che possano evolvere la vostra funzione e il vostro ruolo nel prossimo futuro?
Per quanto riguarda la Sanità, su indicazione della Regione Finpiemonte sta già collaborando con il CSI allo studio di un progetto volto al monitoraggio in tempo reale della situazione dei pagamenti dei fornitori delle aziende sanitarie piemontesi, con l’obiettivo di garantire il rispetto della puntualità e della trasparenza nella gestione contabile e finanziaria degli acquisti delle aziende sanitarie, come previsto dalla normativa vigente. L’adozione della soluzione allo studio porterebbe alla piena attuazione delle disposizioni in merito al sistema unico per la certificazione dei crediti commerciali e della fatturazione elettronica verso la PA.

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