“Cloud computing” non è più un termine conosciuto solo da tecnici, imprenditori e giornalisti, ma sta entrando nel vocabolario di tutti. La “nuvola informatica” che ci permette di utilizzare risorse hardware e software in rete è già nel presente di molti e per le imprese, piccole o grandi, rappresenta anche il modo di risparmiare in investimenti tecnologici. Anche la pubblica amministrazione è sempre più attenta a questa nuova modalità di lavoro, che è stata individuata anche nel piano di AGID come fondamentale per la razionalizzazione delle infrastrutture.

Le amministrazioni piemontesi possono ora contare su CSICloud, il cloud regionale realizzato dal CSI-Piemonte, che offre servizi pensati per le PA grazie alla conoscenza dei sistemi informativi degli enti maturata in più di 30 anni.
Due data center moderni e scalabili, ubicati a Torino e Vercelli, e infrastrutture ICT all’avanguardia permettono al CSI di garantire alti standard di sicurezza, sorveglianza costante e personale specializzato. Non solo in campo tecnologico e sistemistico, ma anche normativo e metodologico. Con il cloud la Regione Piemonte, in collaborazione con il CSI, potrà inoltre realizzare il piano di razionalizzazione dei CED della PA, secondo quanto previsto dall’Agenda Digitale Italiana.

“Lavoriamo al progetto di servizi di cloud computing da due anni e oggi possiamo offrire alle amministrazioni pubbliche piemontesi la possibilità di utilizzare infrastrutture informatiche sicure e tecnologie complesse e costose, senza dover fare onerosi investimenti”, spiega Paola Tavella, Direttore Architetture e Innovazione del CSI Piemonte. “Utilizzare il cloud permette agli enti non solo di risparmiare sull’acquisto e gestione delle infrastrutture ma anche di adeguare velocemente le risorse necessarie in funzione dei carichi di lavoro. In questo modo si riducono gli sprechi e si usa solo ciò che serve.”

Al momento sono circa 20 gli enti piemontesi che usano i servizi CSICloud tra cui la Regione Piemonte, la Città di Torino, l’Arpa Piemonte, l’Università degli Studi di Torino, il Centro Regionale Trapianti, l’Università del Piemonte Orientale e a breve la ASL TO1 che ha avviato un ambizioso piano di migrazione e dismissione di uno dei propri CED presenti sul territorio.

Anna Carbone

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