In Italia il primato dei piccoli comuni spetta senza dubbio al Piemonte, che, per la particolare conformazione geografica del territorio, ne ospita un numero molto elevato.
Si tratta di realtà spesso situate in aree montuose o collinari, dove le barriere naturali rendono difficili i collegamenti ed espongono la popolazione al rischio di digital divide. In questi comuni non è sempre facile stare al passo con le linee guida dell’Agenda Digitale, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di servizi pubblici digitali o anche solo la conservazione sicura dei dati e delle informazioni.

Il CSI rappresenta per questi piccoli enti un punto di riferimento fondamentale, in particolare ora che le scadenze del nuovo Codice di Amministrazione Digitale si fanno sempre più incalzanti. Da maggio di quest’anno il Consorzio, in collaborazione con ANCI Piemonte e UNCEM Piemonte, ha avviato un ciclo di incontri sul territorio dedicato proprio ai piccoli comuni delle aree montane e collinari, per presentare le possibilità offerte dal cloud e gli sviluppi futuri legati alla banda ultralarga e all’adozione di SPID. Sono una ventina gli appuntamenti fino a ora organizzati, nei quali vengono coinvolte direttamente le Unioni Montane e Collinari.

I riscontri sono positivi e mostrano l’importanza del lavoro di raccordo e integrazione svolto dal CSI con le realtà locali. A oggi sono già 34 gli enti che hanno attivato un servizio di cloud backup con il CSI, per mettere in sicurezza i propri dati. Il fatto interessante è che sono prevalentemente piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti, che hanno realizzato e presentato ad AgID il proprio piano di continuità operativa e che, grazie al cloud messo a disposizione dal CSI, possono contare su un backup sicuro e sempre disponibile.
Le caratteristiche del servizio ne hanno certamente facilitato l’adozione: l’attività di cloud backup funziona di notte e non ha bisogno di connessione con banda ultralarga, il che permette anche ai comuni più decentrati di fruirne senza problemi.

C’è anche un altro aspetto interessante: il CSI mette a disposizione le proprie infrastrutture, ma l’attivazione del servizio presso l’ente è ad opera di società ICT del territorio. Questo mette in pratica i principi del Community Cloud, che propone una visione partecipativa e interoperabile dei servizi per garantire elevati livelli di sicurezza, favorendo anche l’attività delle aziende ICT locali.

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