Speciale Protezione Civile. Subito dopo un evento catastrofico la prima cosa a cui si pensa è salvare il maggior numero di vite. È la cosa più importante, ovvia addirittura. Qualcosa di molto meno scontato è ridare la possibilità a tutti, soccorritori e sopravvissuti, di comunicare fra di loro e con l’esterno. Per coordinare i lavori in mezzo al caos dei primi giorni o per tranquillizzare parenti e amici. O per dare alle amministrazioni colpite la base tecnologica minima per riattivare i propri uffici.

In CSI esiste un piccolo team di pronto intervento super specializzato che ha proprio questo compito. Sono loro, per esempio, che nei giorni immediatamente successivi al sisma di fine agosto sono partiti per conto della Protezione Civile della Città Metropolitana di Torino alla volta di Amatrice, per dare supporto alle attività della Croce Rossa Italiana.
“La collaborazione con la Protezione Civile va avanti ormai dal 2004”, spiega Andrea Bernini, specialista tecnologie del gruppo Accesso e Connettività del CSI Piemonte. “Partecipiamo alle loro esercitazioni e il nostro know how è ovviamente quello legato alla parte telecomunicazioni. È nostro compito, insomma, lavorare per il ripristino quanto più veloce possibile degli apparati di Tlc, da Internet ai telefoni VoIP. Ma anche degli strumenti più banali ma necessari, come fax e stampanti”.
“Copriamo tutte le emergenze naturali – aggiunge Pier Paolo Gruero, responsabile del gruppo – e mettiamo sul campo tutte le nostre competenze, sia in ambito telecomunicazioni sia, per esempio, in quello cartografico o nella guida a distanza di droni, per il quale deteniamo uno specifico brevetto Enac“.
Ma quali emergenze copre esattamente il CSI? “Praticamente tutte quelle a livello locale e provinciale”, spiega Andrea Bernini. Mentre per quelle che avvengono a livello regionale o nazionale si risponde alle eventuali chiamate della Protezione Civile. Il mezzo principale che viene utilizzato in questi frangenti è un furgone attrezzato Iveco Eurocargo 4×4 di proprietà della Città Metropolitana di Torino, ma allestito dal CSI per quanto riguarda la strumentazione e la dotazione tecnologica. “Ma sarebbe molto utile allestire anche un mezzo più piccolo e agevole, che possa fornire nelle prime ore una prima valutazione dello scenario e che vada a preparare il campo per l’intervento del furgone vero e proprio”.
Negli anni le occasioni di scendere sul campo per aiutare i soccorritori non sono purtroppo mancate, dall’emergenza neve in Umbria del 2008 ai terremoti de l’Aquila (2009) e dell’Emilia Romagna (2012). Più tutti gli interventi piemontesi: dalle tante frane alla nevicata del 2009 nelle Valli di Lanzo o all’alluvione in Val Susa del 2008. Senza dimenticare la collaborazione che c’è stata con il Soccorso Alpino e che ha permesso, grazie alle informazioni satellitari gestite dal furgone hi-tech, di contribuire al salvataggio di molte persone.

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