Mettiamola così. Se qualcuno vi dicesse “carta di identità elettronica” il primo vostro pensiero sarebbe: “Ma come, ancora?”. Sì perché di Carta di Identità Elettronica (CIE), in Italia si parla ormai da molti anni, ma il progetto non è mai realmente decollato. Fino a oggi, almeno.

La nuova CIE, infatti, è completamente diversa sia per il processo di realizzazione e distribuzione che per le informazioni che contiene. “Dopo una lunga fase di sperimentazione, è stato finalmente semplificato il processo di rilascio al Cittadino”, spiega Aldo Passarelli, responsabile dell’area demografia e socio-assistenziale del CSI. “I comuni sono diventati il punto di ricezione delle richieste, mentre la produzione e la consegna delle carte è stata affidata all’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato”. Il supporto fisico, inoltre, è stato realizzato adottando gli standard internazionali in materia di documenti di sicurezza e di documenti di viaggio. Il risultato è che dal 4 luglio il servizio è già stato attivato in quasi 200 comuni (fra cui Roma, Milano, Firenze, Napoli e Torino), con circa 55.000 carte emesse.

Una delle novità principali della CIE è poi legata alla sua piena integrazione con le anagrafi comunali. Il software predisposto dal Poligrafico per l’emissione della carta ha infatti una parte configurabile che può essere integrata con i dati demografici di ogni città (in attesa che il tutto sia integrabile con l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, non ancora attiva). “A Torino – racconta Flavio Piovesan, dell’area accesso e connettività del CSI – tutto questo si è tradotto in 34 postazioni che il Ministero dell’Interno ha fornito alla Città e che sono state installate e configurate con il supporto del CSI, che si è anche occupato dell’integrazione con la Nuova Anagrafe Open alla base dei servizi demografici torinesi”.

Quello torinese è un vero e proprio caso virtuoso. “La forte sinergia fra Poligrafico, Comune e CSI – spiega Vincenzo Guida, Responsabile Affari Regolatori Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – si è tradotta nell’avvio del progetto senza ostacoli e ha rappresentato una buona pratica di cooperazione tra soggetti pubblici eterogenei”.

Ottenere la nuova CIE è molto semplice. Basta collegarsi al sito www.cartaidentita.interno.gov.it e prenotare un appuntamento. Ci si recherà poi all’anagrafe per fare la richiesta vera e propria, che verrà inviata al Poligrafico. A questo punto la nuova carta arriverà direttamente a casa o potrà essere ritirata presso il Comune. “Il nuovo processo di richiesta e consegna della CIE è la chiave di volta per consentire l’estensione con successo a tutti i comuni italiani”, aggiunge Maria Sina, dell’area Sistema Informativo della Città di Torino. “Un altro aspetto importante riguarda l’identità digitale contenuta dalla nuova carta, che permetterà di accedere ai servizi pubblici on line grazie al suo chip contactless con identità digitale forte (di livello 3)”.

“La nuova CIE – conclude Ileana Macagno, responsabile coordinamento servizi demografici dell’Area Servizi Civici della Città di Torino – rappresenta un caso di innovazione utile e tangibile, che grazie al nuovo processo di prenotazione ci consente di tagliare i tempi morti ed essere ancora più efficienti nell’erogazione del servizio”. Non è un caso, infatti, che dall’avvio del servizio a Torino, il 4 ottobre scorso, siano già state richieste 534 carte e si siano già registrati ulteriori 454 appuntamenti.

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