Puntare sui big data per sviluppare cultura e turismo in Piemonte. Questa l’idea alla base dell’accordo di collaborazione recentemente siglato tra la Regione Piemonte, l’Istituto per il lessico intellettuale europeo (ILIESI) di Roma, l’Istituto di Informatica e Telematica (IIT) di Pisa del CNR e il CSI Piemonte: si lavora per sviluppare modalità di condivisione e fruizione innovative dell’immensa mole di dati – giornali, fotografie, documenti – che riguardano il patrimonio culturale del Piemonte, destinate sia a un pubblico professionale, sia a un’utenza generalista.

Il progetto, “un ecosistema digitale” in grado di dare nuova vita a tanti dati oggi esistenti ma difficilmente consultabili, è stato illustrato durante la conferenza stampa dello scorso febbraio, a cui hanno partecipato l’assessore regionale alla Cultura e Turismo Antonella Parigi, il consigliere regionale Gabriele Molinari, Antonio Lamarra, Direttore dell’ILIESI, Domenico Laforenza, Direttore delIIT, e Giulio Lughi, presidente Comitato tecnico-scientifico del CSI Piemonte.

“Per il turismo – ha sottolineato l’assessore Parigi – i big data sono fondamentali. Permettono di leggere la realtà non solo dal punto di vista quantitativo ma anche da quello qualitativo, spiegandoci per esempio da dove arrivano i turisti e che cosa fanno. È un ambito nel quale crediamo molto e nel quale stiamo molto investendo. In ultima analisi è anche un grande lavoro di promozione della nostra cultura”.

La collaborazione con il CNR potrà avere un respiro internazionale; l’idea è quella di creare un ecosistema digitale dei beni culturali, ovvero di rendere interoperabili gli applicativi per la descrizione dei beni culturali, la raccolta di oggetti digitali correlati, la gestione dei dati e delle informazioni e la fruizione sul web.

Uno dei primi archivi messi liberamente a disposizione del pubblico è quello dei Giornali locali del Piemonte, promosso da Consiglio e Giunta regionali e già realizzato dal CSI. “Il portale www.giornalidelpiemonte.it è online dal marzo 2016 e mette a disposizione 123 testate locali con oltre 2 milioni e mezzo di pagine – racconta il consigliere Molinari – Una vera miniera di informazioni per chiunque cerchi notizie sull’evoluzione delle nostre comunità locali. Dal 1° marzo 2016 all’8 febbraio 2017 hanno acceduto al sito 48.255 utenti anche da Usa, Regno Unito, Argentina, Brasile e persino Russia e Australia”.

“Gli open data – ha dichiarato il direttore Informatica del CNR Laforenza – sono il petrolio del futuro. Con questa intesa nasceranno dei progetti di ricerca per sviluppare strumenti innovativi di fruizione e salvaguardia dei beni culturali” – ricordando che proprio a Pisa arrivò il primo “ping” di Internet.

Tra gli esempi di ciò che può nascere dall’intesa Lamarra, direttore dell’Istituto per il lessico del Cnr, ha messo l’accento sulla necessità di dare un accesso multilingue ai dati attraverso la messa a punto di dizionari, mentre Lughi, professore di media digitali all’Università di Torino, ha citato lo sviluppo di strumenti e applicazioni mobile. E ha aggiunto: “Se i dati sono il petrolio di domani, hanno bisogno di impianti di estrazione, raffinerie e sistemi di distribuzione, insomma di una filiera che sia in grado di usarli, gestirne la complessità e restituirli al cittadino”.

Elena Romagnolo

(Nella foto la Reggia di Venaria Reale – Foto Flickr.com Luca Boldrini)

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