Tanta voglia di innovare, senza dimenticare le proprie radici. È questo il messaggio più forte che è emerso durante una mattinata di confronto sul tema “Montagna tra rinascita e sviluppo, un’idea di futuro”, che si è tenuto il 28 aprile scorso a Oulx. L’occasione è stata la presentazione del Festival Borgate dal Vivo, che si propone di portare la letteratura presso i borghi di montagna. Tutti gli interventi hanno riguardato gli aspetti più importanti per chi si occupa di aree interne: dalla necessità di portare servizi nei territori disagiati, alla tecnologia e alla cultura.

Il quadro che ne è emerso parla sicuramente di passione, soprattutto quella degli amministratori delle cosiddette “aree marginali”. Filo conduttore l’esigenza di innovazione. La fondatrice di Verticales Alessandra Longo, per esempio, ha raccontato la sua esperienza. Dalla decisione di continuare a risiedere in una frazione di Oulx all’idea di occuparsi di comunicazione. Ha ideato così una media agency che supporta le organizzazioni e i progetti che hanno origine e vita in montagna, e che necessitano di avere visibilità nel mondo internet. Ha parlato di rispetto, sfruttamento e utilizzo intelligente delle risorse.

“La comunicazione è la chiave per far crescere i territori e lo sviluppo di progetti legati al cloud computing e al data analytics”, ha spiegato Longo. “L’internet delle cose, in particolare, potrebbe costituire un importante elemento di innovazione creativa per valorizzare le risorse dell’ambiente alpino. Alcune startup hanno già intuito i vantaggi di un approccio 4.0 alla montagna. Skipass Go, ad esempio, ha sviluppato una piattaforma di business intelligence per ottimizzare la gestione dei comprensori sciistici e Auroras produce sensori wireless per monitorare la produzione agricola. Si parla tanto di smart city. E perchè allora non smart mountain?”
“Le pubbliche amministrazioni dei comuni montani – ha proseguito – non riescono ancora a investire in progetti innovativi legati alla comunicazione digitale, non tanto per diffidenza, quanto per la necessità di dare soluzione a incombenze pratico-logistiche di immediata urgenza. I bilanci – oberati da patti di stabilità e ristrettezze burocratiche – talvolta non permettono di programmare nemmeno gli interventi di manutenzione ordinaria”.

Un’altra esperienza è stata raccontata da Alberto Tiboni, informatico free lance che ha scelto di vivere e lavorare a Condove, in Valsusa. Ha raccontato la sua scelta di vita e la sua esperienza di fondare una startup, Taskomat, una piattaforma cloud progettata appositamente per l’ecosistema dei freelance digitali. “Occorrono infrastrutture in grado di sostenere le reti di lavoro”, ci ha detto Tiboni. “Quelle immateriali come la banda larga, ma anche momenti di incontro e formazione. Oggi l’unico vero asset che fa la differenza è la condivisione della conoscenza. È solo attraverso lo scambio di informazioni che qualsiasi realtà lavorativa può crescere e prosperare. E questo non solo in montagna, ma ovunque”.

A livello strutturale – ha precisato Tiboni – qualsiasi strumento che agevoli lo scambio di informazioni e di relazioni umane aiuta a ridurre quasi a zero le problematiche della vita isolata di montagna. Noi stiamo dando vita ad un’infrastruttura che risolve la maggior parte delle problematiche inerenti lo smart working. Un punto di riferimento oltre che un luogo virtuale di condivisione per la gestione del lavoro per tutti i freelance che operano nel digitale”.

Insieme ad altre esperienze, anche istituzionali, Stefano Drago del CSI Piemonte ha presentato il progetto Carpooling Hub (ne abbiamo parlato in un nostro approfondimento, ndr), che sta trovando positivi riscontri proprio nei territori periferici, in cui gli investimenti per il trasporto pubblico locale scarseggiano. Nell’ambito dei progetti europei, che spesso creano prototipi a difficile ricaduta locale, il progetto sta riuscendo a combinare insieme elementi importanti come il senso di comunità e l’uso delle nuove tecnologie. “Un festival come Borgate dal Vivo – ha spiegato Drago – potrebbe essere lo scenario per introdurre una sperimentazione del progetto proprio nei comuni montani toccati dalla manifestazione”.

(Nella foto una veduta del Santuario del Rocciamelone in Valsusa, a 3538 metri)

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