Albera.To: il software CSI per controllare e monitorare il verde cittadino

Controllare e manutenere gli alberi cittadini non è sempre così facile, eppure a tutti noi piace l’idea di abitare in un luogo verde e di avere a pochi passi da casa un viale alberato per passeggiare, un parco dove rilassarsi o un giardinetto per giocare. Una città “con molto verde” è meta ambita, un bene prezioso che incide sull’assorbimento di CO2 e sulla temperatura. Se poi si tratta degli alberi di Torino il lavoro da fare è tanto, perché parliamo di un patrimonio di 160.000 piante, che hanno permesso alla città di posizionarsi come unica metropoli italiana tra le più green del mondo, secondo i dati del sito Treepedia del Senseable City Lab del MIT di Boston.

Per aiutare i tecnici comunali a tenere sotto controllo questo immenso patrimonio il CSI Piemonte ha progettato il software Albera.To (ve lo abbiamo illustrato in un nostro precedente articolo), che permette di gestire, uno per uno, tutti gli alberi di proprietà del Comune di Torino, per la maggior parte platani, tigli, bagolari, aceri, ippocastani, posti in filari lungo corsi, parchi, giardini e boschi collinari.
Grazie alle informazioni su ogni singolo albero e alla conoscenza della storia, degli eventi e degli interventi che li hanno interessati, i tecnici possono valutare come intervenire per tutelare e curare le piante, inevitabilmente sottoposte a diversi stress che incidono negativamente sul loro stato di salute, o per mettere in sicurezza alcune parti della città dove sono presenti alberi a rischio di caduta in caso di forti piogge, vento e neve.

Albera.To lavora scambiando dati con il SIT (Sistema Informativo Territoriale) della Città e con la sua cartografia tecnica (BDT) e permette l’acquisizione in mobilità delle informazioni derivanti dai circa 30.000 controlli fitostatici effettuati ogni anno. Grazie a un’interfaccia che si adatta al dispositivo utilizzato, i tecnici del Verde Pubblico possono definire i nuovi posti pianta attraverso una configurazione del software geografico open source QGis realizzata appositamente per loro. I dati vengono aggiornati in tempo reale sul livello geografico con l’applicativo, utilizzando un protocollo di tipo WFS-T (standard internazionale OGC di interoperabilità).

Ma a che punto siamo di questo progetto, avviato meno di un anno fa? “In questi mesi – spiega Giovanna Maccagno, Analista di Business dell’Area Territorio e cartografia del CSI – sta proseguendo la fase di popolamento della banca dati, condotta da utenti comunali e professionisti sul territorio, per recuperare tutte le informazioni storiche rilevanti e acquisire i dati delle analisi di stabilità. In generale registriamo un ottimo gradimento del software, in particolare per l’autonomia di gestione e la personalizzazione che consente”. Una funzione aggiunta di recente è la possibilità di inserire gli incidenti, con informazioni su date, danni, condizioni meteo ne sono state causa. Questo consente di ricostruire la storia dei sinistri in una specifica zona e permettere analisi mirate.

“Ma l’interesse di questa esperienza va ben oltre il tema specifico del verde – prosegue Marco Cavagnoli, Responsabile dell’Area Territorio e cartografia – e riguarda l’interazione con il Sistema Informativo Territoriale attraverso strumenti openGIS mobili e il loro uso anche da parte di personale non comunale. Questa impostazione è secondo noi molto importante per realizzare la scommessa più importante che il SIT ha davanti a sé: estenderne l’utilizzo sia tra uffici comunali sia ai non addetti ai lavori, permettendo anche ai cittadini di partecipare alla costruzione della geografia cittadina. Penso ad esempio a temi di attualità, come la revisione del ventennale piano regolatore di Torino, che potrebbe vedere diversi momenti di interazione con la cittadinanza, e alla gestione di emergenze, per le quali la comunicazione con i cittadini, in entrambi i versi, si dimostra efficacissima per la limitazione dei danni”.

In questa direzione vanno anche gli sforzi per estendere l’utilizzo di questi strumenti a uffici comunali diversi da quelli cartografici e alle utilities che agiscono sul territorio, con l’obiettivo di avere un’unica base dati e un’unica famiglia di strumenti openGIS per la PA piemontese.

 

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