Il genere è un’importante discriminante nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie di informazione e comunicazione: dei 2,8 miliardi di utilizzatori mondiali di Internet, 1 miliardo e 300 milioni sono donne in confronto a 1,5 miliardi di uomini. E il divario attuale di 200 milioni di donne in meno online rispetto agli uomini potrebbe crescere fino a 350 milioni nei prossimi tre anni se non si realizzano azioni concrete per colmarlo.

A dirlo è il nuovo rapporto della commissione delle Nazioni Unite su banda larga e questioni di genere – Doubling Digital Opportunities: Enhancing the Inclusion of Women & Girls in the Information Society – diffuso lo scorso 21 settembre.
Dal rapporto emerge anche che la differenza di genere nell’utilizzo di Internet è relativamente ridotta nei Paesi OCSE mentre è molto ampia nei Paesi in via di sviluppo, dove strumenti costosi e di ‘status elevato’ come i computer sono spesso riservati solo agli uomini. Nell’Africa sub-sahariana, per esempio, si stima che le donne connesse a Internet siano soltanto la metà degli uomini.

Contestualmente alla presentazione del rapporto su banda larga e genere, la Broadband Commission for Digital Development ha diffuso la seconda edizione di The State of Broadband 2013, che presenta una fotografia della diffusione della banda larga a livello mondiale.
Dal rapporto emerge che la penetrazione della banda larga fissa in Italia si ferma al 22,1% della popolazione, contro il 41,9% della Svizzera, prima in classifica seguita da Paesi Bassi (39,4%), Danimarca (38,2%), Francia (37,8%) e Corea (37,6%).
L’Italia si classifica meglio in termini di banda larga mobile, al 28esimo posto rispetto al 38esimo della banda larga fissa, ma con una percentuale del 51,8%, nettamente inferiore rispetto a Paesi come Singapore (123,3%), Giappone (113,1%), Finlandia (106,5%) Corea (106%), Svezia (101,3%).

Nel nostro Paese circa 4 italiani su 10 non usano internet, valori ben lontani dal 96% di adozione dell’Islanda, il 95% della Norvegia, il 94% della Svezia e il 93% della Danimarca e dei Paesi Bassi, per citare alcuni dei Paesi in cima alla classifica.

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