L’Unione dell’Innovazione è un’iniziativa che si inserisce all’interno della Strategia 2020 e impegna l’Unione Europea e gli Stati membri a creare un contesto favorevole per rendere l’ambiente economico più aperto all’innovazione, agevolare l’accesso ai finanziamenti privati, completare lo Spazio europeo della ricerca e affrontare le grandi sfide della società.

Il 9 giugno è stata diffusa la prima relazione sulla competitività dell’Unione dell’Innovazione, che analizza i punti di forza e le carenze dei sistemi di ricerca e innovazione nei 27 Stati membri e nei sei Paesi associati.

Ecco le principali conclusioni del documento: il divario con i maggiori concorrenti mondiali si sta ampliando, specie perché il settore privato investe di meno in R&S; è necessario far coincidere la formazione delle persone altamente qualificate con i bisogni delle imprese, così da far aumentare la percentuale di ricercatori impegnati nel settore privato; l’integrazione e l’internazionalizzazione della ricerca  accrescono la redditività degli investimenti; l’Europa sta perdendo terreno nello sfruttamento dei risultati della ricerca (se infatti, da un lato, con il 29% della produzione nel 2009, l’UE risulta primo produttore mondiale di pubblicazioni scientifiche, dall’altro, circa la metà degli Stati membri non produce alcun brevetto di alta tecnologia); l’Europa possiede un forte potenziale in termini di invenzioni tecnologiche utili per le sfide della società (nel 2007 ha rivendicato il 40% dei brevetti connessi con le tecnologie a contrasto dei cambiamenti climatici); occorre recuperare il ritardo accumulato in termini di ricerca nei settori ad alta e media tecnologia.

Per quanto riguarda la situazione dell’Italia, l’intensità degli investimenti in R&S nel 2009 ha raggiunto complessivamente l’1,27% (con una crescita del 2,3% annuo dal 2000); in particolare, si è toccato lo 0,57% nel settore pubblico e lo 0,64% in quello privato. Considerando questi dati e il loro possibile trend evolutivo, l’obiettivo per il 2020 dell’1,53% sembra raggiungibile, ma resta modesto rispetto alla situazione europea.

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