La relazione annuale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – presentata il 14 giugno 2011 dal presidente dell’Agcom al Parlamento – mette in luce un Paese in cui sia le reti vecchie che quelle nuove, sia fisse che mobili, non crescono.

La situazione è particolarmente critica per la banda larga fissa, che con una penetrazione del 22% migliora il dato del 20,6% del 2010 ma rimane indietro rispetto alla media europea del 26,6%. La percentuale di abitazioni connesse alla banda larga è inferiore al 50%, a fronte di una media europea del 61%. Esiste ancora un 4% di digital divide da colmare, cui si aggiunge circa il 18% della popolazione servita da ADSL sotto i 2 Mbit/s59. Anche le PMI stentano ad acquisire maturità nell’utilizzo delle soluzioni informatiche, mentre il mercato dell’IT non riesce ancora ad invertire la rotta. Negli ultimi 4 anni il traffico sulla rete mobile è aumentato di 16 volte: questo rende particolarmente urgente il problema dello sviluppo delle reti.

In un Paese in cui è ancora la tv il veicolo di gran lunga prevalente per l’informazione (quasi il 90% nel 2010, seguita dai quotidiani col 61% e da internet al 20%), c’è scarsa consapevolezza delle potenzialità delle ICT, da cui passano un recupero di produttività, una crescita intelligente, una nuova occupazione qualificata e una sfida alle istanze dello sviluppo sostenibile.

Eppure le città intelligenti potrebbero promuovere la crescita e generare importanti risparmi: almeno 1 punto di PIL per ogni 10% di diffusione della banda larga e circa 30 miliardi all’anno di risparmi grazie a telelavoro, eLearning, eGovernment, eHealth, Mobile payment, ePaper, gestione energetica intelligente.

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