Speciale smart working. Oltre 500mila chilometri di strada in meno percorsi. 83mila kg di anidride carbonica risparmiati, equivalenti a oltre 4mila alberi. In pratica come aver piantato un bel bosco virtuale di oltre 4 ettari. Sono i numeri del progetto telelavoro del CSI Piemonte, che è stato avviato in fase sperimentale nel 2013 e che interessa oggi 57 telelavoratori.

“Gli obiettivi dell’iniziativa erano molti”, spiega Laura Di Marco, dell’Area Gestione e Sviluppo Risorse Umane del CSI. “Primo fra tutti quello di favorire la conciliazione tra vita professionale e personale, specie per chi si trova in situazioni di difficoltà logistica, familiare o di salute”. Le persone coinvolte nel progetto si sono proposte tutte su base volontaria e appartenevano a posizioni organizzative diverse. Per favorire il loro lavoro il CSI ha garantito la necessaria connessione di rete, puntando anche su tecnologie innovative come il virtual desktop e creando un forum apposito per favorire lo scambio di esperienze e opinioni.

Il monitoraggio effettuato sul personale interessato (telelavoratori e loro responsabili) ha dato risultati positivi. “Dal punto di vista dei coordinatori delle risorse in telelavoro – spiega Di Marco – nessuno ha notato cali di produttività. Anzi nel 20% dei casi si sono registrati aumenti di efficienza e il monitoraggio rispetto alle assenze e permessi ha registrato una riduzione del 34% durante la sperimentazione e del 56% nel primo trimestre di avvio”. Il 40% dei responsabili, inoltre, rileva un miglioramento della disponibilità verso un carico di lavoro maggiore. I telelavoratori, dal canto loro, hanno riscontrato un aumento della concentrazione e si sono sentiti più rapidi e produttivi.

Sempre dal punto di vista dei dipendenti, inoltre, il telelavoro ha portato un generale incremento dell’autonomia e della responsabilizzazione personale, migliorando l’engagement, la motivazione e la disponibilità, grazie anche a una maggiore flessibilità nella gestione del tempo. Il 78% di loro, per esempio, si è dichiarato felice di aver potuto superare le difficoltà logistiche dovute alla distanza del luogo.

Alla fase di sperimentazione è seguita, il 1° luglio 2015, la sottoscrizione di un accordo sindacale con le RSU aziendali, attraverso il quale, spiega Giovanni Rubino, Direttore Direzione Risorse Umane e Facility Management. “sono state regolate le modalità di presentazione e valutazione delle domande, sono state definite le posizioni organizzative non telelavorabili, le modalità di gestione del personale in telelavoro, le strumentazioni tecniche previste e sono stati precisati gli aspetti di sicurezza sul lavoro”. Il risultato, oggi, è un’azienda più vicina alle esigenze dei propri dipendenti. Perché la produttività parte in primo luogo dalla serenità di ognuno di loro.

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