Ricetta elettronica, missione compiuta. Con la partenza della ricetta elettronica specialistica, lo scorso 1° ottobre, si conclude infatti un percorso di dematerializzazione avviato ormai nel 2014 e che nel 2015 aveva già portato alla produzione di 150.000 ricette elettroniche su 200.000 inviate ogni giorno in Piemonte (si veda articolo “Ricette dematerializzate. In Piemonte sono oltre 150.000 al giorno “).

La ricetta elettronica era stata introdotta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in due momenti, nel 2008 e nel 2011, con l’obiettivo di raggiungere la piena dematerializzazione delle ricette cartacee, nell’ambito del Progetto Tessera Sanitaria, per arrivare a una semplificazione dei percorsi del paziente.

Come funziona questo sistema? I medici utilizzano i propri software di cartella clinica per inserire i dati delle prescrizioni che vengono trasferiti al sistema regionale di gestione delle ricette realizzato dal CSI, che a sua volta comunica con il sistema del Ministero della Salute. A questo punto viene prodotto il codice specifico della ricetta, che viene inviato al medico e che è stampato in un semplice promemoria per il paziente.

“La dematerializzazione della ricetta elettronica specialistica”, ci spiega Margherita Italiano, Responsabile dell’Area Soluzioni Clinico-Assistenziali del CSI, è stata avviata nel mese di luglio 2015, limitatamente alle cosiddette autoimpegnative, mentre il 1° ottobre 2016 ottobre è partita la fase di dematerializzazione delle ricette specialistiche ambulatoriali effettuate da Medici di Medicina Generale, Pediatri e specialisti ospedalieri.

A pochi giorni dall’avvio sono più di 105.000 le ricette specialistiche dematerializzate da parte di circa 750 fra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, e da circa 2000 medici specialisti. È previsto entro la fine dell’anno, inoltre, il completamento dell’estensione della dematerializzazione a tutti i circa 3600 medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e ai circa 10.000 specialisti piemontesi. A regime le ricette che saranno inviate al sistema di accoglienza regionale saranno circa 60 milioni, di cui 20 di specialistica e 40 di farmaceutica.
“La dematerializzazione delle ricette – prosegue Italiano – pone le basi per fornire servizi aggiuntivi ai cittadini. Tra i più importanti rientra la possibilità, da parte dei pazienti cronici, di ricevere la ricetta direttamente sulla posta elettronica personale, senza doversi recare personalmente dal medico”.

Ma la ricetta elettronica consente anche un significativo risparmio in termini economici. Da uno studio effettuato dalla Regione Lombardia, infatti, è emerso che il costo per la stampa e la gestione delle ricette “rosse”, prodotte dalla Zecca dello Stato, sia di circa 1 Euro a ricetta, con un considerevole impatto economico.

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