Partono ufficialmente domani i sei mesi dello Smart Working targato CSI Piemonte. Una sperimentazione che interesserà 180 dipendenti (il 17% del personale) e che si pone l’obiettivo di offrire loro maggiore autonomia e flessibilità nella scelta di spazi, orari e strumenti di lavoro. In cambio di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.

“Si tratta di una filosofia manageriale – spiega Barbara Gherra, responsabile Gestione e sviluppo risorse umane del CSI – che si sta diffondendo a gran velocità nel mondo del lavoro (vi abbiamo dedicato uno speciale lo scorso aprile). Basta un numero per capirne la portata: secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, le grandi imprese che adottano questa soluzione sono passate dall’8% del 2014 al 30% del 2016″.

In CSI la sperimentazione coinvolgerà inizialmente dirigenti, responsabili d’area, account, account internazionali e project manager. Tutte figure cioè che operano già in una logica a obiettivi. A loro si aggiunge un piccolo numero di dipendenti con ruoli diversi individuati fra quelli che svolgono attività oggettivamente misurabili, per verificare fin da ora la possibilità di un futuro ampliamento dei potenziali fruitori. Le adesioni al progetto, è bene ricordarlo, sono avvenute su base volontaria e compatibilmente con le esigenze di servizio (ha aderito il 97% del target).

“Dal 1° dicembre – spiega Giovanni Lostrangio, responsabile dell’area Relazioni sindacali del CSI –i partecipanti alla sperimentazione potranno fruire di un massimo di 25 giorni di Smart Working nell’arco di 6 mesi, con una gestione autonoma delle giornate lavorative, dopo aver concordato le date con i propri referenti”. Per completare il progetto sono stati pianificati anche appositi percorsi di formazione su temi come la smart leadership o le diverse soluzioni tecnologiche che verranno utilizzate.

“Lo Smart Working rappresenta per il CSI un altro esempio delle iniziative in corso finalizzate a dare valore alla professionalità di ognuno di noi”, sottolinea Giovanni Rubino, Direttore Direzione Risorse Umane e Facility Management del CSI, che lo scorso 15 novembre ha presentato l’iniziativa nel corso di un workshop con tutti i colleghi interessati. “Basti ricordare l’accordo sindacale per il telelavoro del 2015, la campagna di valutazione delle competenze o le attività di formazione manageriale. Ma anche il rilancio della comunicazione interna e la carta dei valori”.

Proprio quello dei valori è un tema forte quando si parla di Smart Working. “Responsabilità ed empowerment sono i punti di riferimento di questo progetto”, continua Rubino. “Il cosiddetto lavoro agile – traduzione italiana di Smart Working – vuole infatti innescare un cambio di mentalità fondamentale per la crescita della nostra professionalità. Perché fornisce a ognuno di noi la possibilità di crescere e di sentirsi ancora più responsabili nel proprio lavoro, imparando a gestire al meglio le opportunità che ci vengono offerte nel raggiungere gli obiettivi individuali e aziendali”.

Intanto per il prossimo anno è già previsto l’avvio di un nuovo sistema formalizzato di valutazione delle prestazioni che riguarderà tutto il personale e che potrà anche servire a valutare la prosecuzione della modalità di lavoro in Smart Working, magari con un ampliamento della popolazione aziendale coinvolta.

“Quello che ci proponiamo – conclude Rubino – è migliorare lo stato di benessere dell’organizzazione e delle persone che ve ne fanno parte. Si tratta di un obiettivo prioritario per la nostra Direzione, che abbiamo voluto inserire in modo esplicito nella nostra Mission”. Lo Smart Working rappresenta un altro passo in questa direzione.

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