Il nuovo Polo del ‘900 di Torino, che ha sede negli ex Quartieri Juvarriani e che in questi giorni celebra il primo anno di attività, ha ospitato lo scorso 4 aprile il secondo appuntamento dell’edizione 2017 di Piemonte Visual Contest. L’evento, dedicato a “La fotografia tra carta e digitale”, ha approfondito il ruolo della fotografia come fonte per la storia del Novecento.

Al centro degli interventi il patrimonio fotografico piemontese e gli archivi rilasciati da pubbliche amministrazioni con licenze aperte, che ne facilitano la consultazione e il riutilizzo per progetti innovativi. “Volevamo far vedere – spiega Giuliana Bonello, che per il CSI Piemonte fa parte del comitato organizzatore e della giuria del contest – come la fotografia possa essere utilizzata insieme ad altri strumenti, dal video alla georeferenziazione allo storytelling, per produrre nuovi racconti sul “secolo breve” della nostra regione”.

Carlotta Margarone, responsabile web, comunicazione e marketing della Fondazione Torino Musei, ha illustrato il fondo fotografico di Mario Gabinio conservato nella fototeca della GAM (Galleria d’Arte Moderna), che documenta in migliaia di scatti la Torino dei primi del Novecento, l’architettura, le vedute e le trasformazioni della città. Proprio partendo da questo straordinario patrimonio, Massimo Rossi del CSI ha speigato la tecnica del Camera Mapping, che “consente di trasformare un’immagine bidimensionale in un ambiente 3D navigabile ed esplorabile mediante movimenti di camera, conferendo un incredibile realismo alla scena”. Il tutto potenziabile con modelli e oggetti tridimensionali. Sono stati illustrati anche tool gratuiti disponibili su internet – Adobe Spark, Pixotale e Steller – per realizzare degli storytelling fotografici digitali.

Sempre il CSI ha presentato come le fotografie storiche aeree possano essere consultate attraverso geoservizi, utilizzando i Geoportali della Regione Piemonte e della Città di Torino. Marzio Pipino, dell’area Territorio e Cartografia, ci fa pensare alle “migliaia di foto aeree della città, alle mappe storiche e alle mappe catastali: facendo un lavoro tecnico di localizzazione nel sistema cartografico nazionale, è possibile affiancare in maniera parallela e dinamica storia e attualità, sovrapponendo in trasparenza le mappe storiche sulle immagini aeree attuali”. Il confronto è spettacolare, considerando che tra i materiali digitali c’è, ad esempio, la cartografia degli Stati Sardi, che risale al 1820 circa.
Sul tema dell’uso dei dati geografici per valorizzare in modo innovativo i territori sono stati presentati anche i risultati della prima OpenGeoData School, organizzata da Stati Generali dell’Innovazione e svoltasi lo scorso anno a Monastero Bormida.

Si basa sempre sul confronto fotografico il progetto “Immagini del Cambiamento. Torino prima e dopo”, illustrato da Luca Davico del Politecnico di Torino e realizzato in collaborazione con l’Archivio Storico della Città. Obiettivo del lavoro, avviato nel 2015, è quello di costruire insieme e condividere la memoria di com’è cambiata Torino dagli anni ’50, con le trasformazioni fisiche di piazze, strade, giardini, edifici importanti, fabbriche, zone centrali e periferiche, attraverso centinaia di foto storiche confrontate con gli scorci fotografici attuali degli stessi luoghi, collocati sulla mappa della città.

Chiara Lucchini dell’Urban Center Metropolitano ha presentato “I-Media Cities”, progetto europeo per la condivisione di materiali audiovisivi conservati nelle cineteche a scopo di ricerca: l’idea è realizzare una piattaforma digitale accessibile alla comunità di ricercatori e creativi europei, per lo studio della storia di grandi città europee, e della storia dei media attraverso la loro rappresentazione degli spazi urbani, con collezioni finora non accessibili.

Le presentazioni sono disponibili qui: www.piemontevisualcontest.eu/slide-archivi-fotografici

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