Quando si parla di Agenda Digitale e di trasformazione della Pubblica Amministrazione non si può dimenticare che le competenze e la preparazione delle persone giocano un ruolo fondamentale in questo processo. In Piemonte qual è la situazione? Gli Enti locali sono davvero pronti a gestire il nuovo corso? Ne abbiamo parlato con Marco Bussone, Vicepresidente di Uncem Piemonte.

La realizzazione degli obiettivi dell’Agenda Digitale le sembra una prospettiva realistica per gli Enti locali piemontesi?
Le sfide dell’Agenda Digitale, del Piano triennale per l’Informatica della Pubblica Amministrazione, e anche del Piano nazionale per la Banda Ultralarga impongono una priorità, decisiva e non rimandabile: la formazione. Tutte le scelte da assumere oggi all’interno della PA sono possibili solo se si mette in atto un piano di informazione e di trasferimento dei contenuti, che parta dall’alto e raggiunga la classe dirigente e quella politica.

La rapidità dei cambiamenti legati a Telco, ICT, erogazione dei servizi, comportano in particolare per Sindaci e Amministratori locali uno sforzo maggiore del passato per “conoscere e deliberare”. E se il fattore età gioca la sua parte, non è certo che nei “nativi digitali” – under 30 – la consapevolezza sia tanto più elevata. Chi si occupa di Enti locali sa quanto scarsa sia stata negli ultimi due decenni la propensione del personale politico, tecnico e amministrativo alla formazione. Al netto di alcune spinte casuali e improvvise, gli Enti sovraordinati hanno fatto troppo poco per fornire nuove competenze e nuove conoscenze, in particolare nei piccoli Comuni e nelle Aree interne. Questo è vero guardando al contrario, alle situazioni territoriali dove invece si sono trovati dei ruoli guida locali che hanno fatto da apripista coordinando progetti pilota e operazioni di valore.

Come si può attivare questo percorso di conoscenza e formazione?
Conoscere è il primo passo per poter fare investimenti e per dare agli Enti locali moderni strumenti di lavoro. Il piano per l’informatica nella PA lo afferma in più pagine. Si pensi al cloud, alla volontà di usare sistemi gestionali che dialogano tra diverse sedi comunali, oppure ai pacchetti per gestire pagamenti, pratiche edilizie, attività produttive. Scegliere come e cosa fare, quanto spendere e dove trovare i soldini. Scelte complesse, che fatte oggi possono influenzare notevolmente la capacità degli Enti locali di essere efficienti e di veicolare migliori servizi.

In questa direzione prioritaria si muove l’azione che Uncem sta svolgendo assieme al CSI Piemonte. Competenze e capacità di formazione si concretizzano nel Consorzio e possono essere veicolate verso gli Enti locali. Una mission pubblica con pochi eguali in Piemonte, dimostrata anche recentemente a Roma nel convegno organizzato dal Comitato tecnico-scientifico sulla cyber security. Ovvero tutti gli interventi in convegni promossi da Uncem e Anci con amministratori e dipendenti di Comuni e Unioni sul territorio. Si fa prima di tutto informazione, trasferimento di conoscenze e da qui si convergono sforzi, idee, risorse su precisi progetti. Le ultime esperienze in Alta Langa, Valle Stura, Valle Grana aprono importanti scenari.

Accettare la sfida culturale, per chi lavora sul territorio è la prima necessità. Di formatori ne abbiamo. E qualche risorsa economica specifica può essere individuata sui canali europei veicolati dalla Regione. Modelli di intervento diffusi, per tutta la Regione, con corsi e attività centralizzate a Torino, uniti ad altri locali, sera dopo sera lungo il Piemonte delle “aree bianche e grigie”, per dirla con il Piano BUL. Uncem è pronto a fare la sua parte.

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