La domanda di professionisti ICT è in costante aumento, ma il mercato non riesce a trovarli. Le retribuzioni per queste professioni crescono, ma l’offerta di laureati ICT non è sufficiente. È quanto emerso il 29 gennaio scorso durante il seminario “Competenze Digitali 4.0 – Le Società in house per digitalizzare il Sistema Paese”. Il convegno si è tenuto presso il CSI Piemonte ed è servito anche per presentare il Rapporto dell’Osservatorio delle Competenze Digitali 2017, promosso da Assinter Italia insieme alle principali associazioni ICT, come Aica, Assinform, Assintel insieme all’Agenzia per l’Italia Digitale e al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

La terza edizione dell’Osservatorio rileva il quadro della situazione attuale: dai requisiti delle professioni future ai numeri del gap di professionisti ICT, alle caratteristiche dei percorsi di formazione dei laureati e di aggiornamento della forza lavoro. Il tema è quello delle competenze digitali che possono e devono diventare un acceleratore per la crescita digitale del Paese.

“Il CSI Piemonte ha organizzato questo incontro – ha sottolineato Claudio Artusi, Presidente del CSI Piemonte – per favorire un confronto sull’importanza delle competenze digitali e promuovere una collaborazione forte tra PA, imprese e Università, al fine di contribuire a sviluppare il capitale umano necessario per attuare la trasformazione digitale di cui il nostro Paese ha bisogno. Investire sulle competenze digitali vuol dire rafforzare i processi di inclusione digitale, creando le condizioni e i servizi perché sia possibile ridurre il digital divide culturale di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. Il CSI da sempre contribuisce allo sviluppo delle competenze digitali attraverso progetti che includono attività di formazione a distanza e in aula, finalizzati alla condivisione di conoscenza, come ad esempio dimostra il recente percorso formativo sulle principali novità introdotte dal Regolamento europeo sulla privacy e sulle nozioni di sicurezza di base, sviluppato in collaborazione con gli Enti consorziati”.

Durante i lavori è emerso un dato su tutti: il divario fra quanto cercano le aziende e la preparazione professionale di quanti sono in cerca di occupazione. Ogni anno in Italia la richiesta di professionisti ICT cresce mediamente del 26%, con picchi del 90% per le nuove professioni legate all’innovazione digitale come i Business Analyst e gli specialisti dei Big Data. C’è decisamente più richiesta nel Nord Ovest, in cui si concentra il 48% della domanda.

Il lavoro dunque c’è ma molte posizioni che richiedono specializzazione in ICT restano scoperte. Per queste posizioni il mercato richiede il 62% di laureati e il 38% di diplomati, ma il nostro sistema formativo propone troppi diplomati e troppo pochi laureati in percorsi ICT. L’85% delle PA intervistate ha bisogno di competenze digitali per far fronte alla digitalizzazione dei servizi a cittadini e imprese, legate ad esempio a Spid, PagoPA, Fascicolo Sanitario Elettronico. Ma è difficile reperirle all’esterno, a causa del blocco delle assunzioni, o farle evolvere in risorse già esistenti, per la difficoltà nel distoglierle da altre attività.

Ma se lanciamo lo sguardo alle professioni del futuro, lo scenario cambia. Le nuove professioni si chiameranno Change Manager, Agile Coach, Technology Innovation Manager, Chief Digital Officer, IT Process & Tools Architect e saranno costituite da un mix più articolato di competenze: saranno figure in possesso di competenze tecnologiche, manageriali e di soft skills quali leadership, intelligenza emotiva, pensiero creativo e gestione del cambiamento.

Per Simone Puksic, Presidente di Assinter Italia e Insiel SpA: “L’innovazione digitale, oltre ad essere una grande rivoluzione culturale, è oggi il più grande motore di sviluppo economico per il nostro Paese. Per questo ritengo sia necessario un investimento serio ed efficace sulla formazione delle competenze digitali della Pubblica Amministrazione e non solo. Assinter, attraverso la sua Academy, è annualmente impegnata nella promozione e diffusione dell’alfabeto digitale dei servizi ICT ai dipendenti della PA e del mondo delle imprese, tuttavia simili iniziative di formazione andrebbero adeguatamente incentivate e ancora più incoraggiate a tutti i livelli. I decisori pubblici dovrebbero guidare il cambiamento in atto con maggiore consapevolezza e non, invece, lasciarsi guidare. Solo così sarà possibile indirizzare le trasformazioni tecnologiche in atto verso obiettivi condivisi, creando ricadute occupazionali e attraendo nuovi investimenti.”

Dopo Torino, dove si è tenuta la prima tappa, l’evento itinerante del Road Show Competenze Digitali proseguirà nel corso di tutto il 2018, coinvolgendo altre importanti realtà ICT in house del Paese, quali Insiel e Innova Puglia. Prossimo appuntamento il 16 marzo a Bari.

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