Lo sapevate che il suolo libero della Città metropolitana di Torino è in grado di immagazzinare circa 4,3 milioni di tonnellate di carbonio? E che nella stessa area negli ultimi trent’anni sono stati consumati 53.000 ettari di suolo, quasi una città delle dimensioni di Madrid?

E perché dovrebbero interessarci questi dati? Perché un suolo sano rappresenta il principale deposito di carbonio del pianeta: se gestito in maniera sostenibile, esso svolge una funzione essenziale nel processo di mitigazione del cambiamento climatico, poiché è in grado di immagazzinare il carbonio, diminuendo così le emissioni di gas serra nell’atmosfera.

Degli effetti del consumo di suolo libero si è discusso in due convegni, a Torino lo scorso 11 giugno e a Roma il 26 giugno, a conclusione del progetto europeo “SAM4CP – Soil Administration Model for Community Profit”. Questo progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma LIFE+, ha visto collaborare per 4 anni la Città metropolitana di Torino, con il ruolo di capofila, due enti di ricerca nazionali, ISPRA e CREA, il Politecnico di Torino e il CSI Piemonte.

Si partiva dalla volontà di dimostrare che una pianificazione territoriale attenta ai benefici ambientali assicurati dal suolo libero garantisce alla collettività una consistente riduzione del suo consumo e un risparmio complessivo non solo delle risorse naturali, ma anche delle finanze pubbliche. Con una buona gestione del territorio, infatti, vengono salvaguardati funzioni e servizi ecosistemici resi gratuitamente dalla natura: oltre allo stoccaggio del carbonio, il rispetto della biodiversità, la purificazione dell’acqua, la mitigazione dell’erosione del suolo, la produzione agricola e legnosa, l’impollinazione. Senza contare i risparmi prodotti in caso di ripristino e manutenzione straordinaria del territorio.

I convegni hanno presentato i risultati raggiunti dal team di SAM4CP: la realizzazione di due strumenti informatici che simulano gli effetti in termini di decremento o incremento delle funzioni ecosistemiche svolte dal suolo, in caso di trasformazioni urbanistiche.

Lo sviluppo delle applicazioni è stato curato dal CSI Piemonte. “Il primo strumento, Playsoil – spiega Andrea Ballocca, Business Information Manager dell’Area Territorio e Cartografia – è a disposizione di tutti e liberamente consultabile on line. Affianca alla classica cartografia di base le mappe tematiche dei principali servizi ecosistemici resi dal suolo, simulando così in maniera semplificata ma intuitiva i possibili scenari conseguenti a cambiamenti di uso del suolo”.

“Simulsoil – prosegue Ballocca – è lo strumento per gli addetti ai lavori, con dati e informazioni più dettagliate per la pianificazione urbanistica e la valutazione ambientale”. Anche Simulsoil è gratuitamente scaricabile dal sito web di SAM4CP.

Bruino, Chieri, None e Settimo Torinese hanno già sperimentato sul campo questi strumenti, mentre sono quasi 100 gli operatori del settore (tecnici comunali e della PA e professionisti) formati al loro utilizzo.

I prossimi passi? Continuare con la diffusione di queste soluzioni, aiutando sempre più Comuni ad adottarle e, parallelamente, proseguire con gli sviluppi tecnici del progetto. È già stata avanzata una nuova proposta attraverso un nuovo bando europeo che coinvolgerà anche il CNR.

Pe maggiori informazioni: www.sam4cp.eu

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