“Quello che facciamo è mettere in contatto chi lavora per innovare la pubblica amministrazione con chi ha una soluzione da proporre o un bisogno da soddisfare. Facciamo rete per il bene comune, insomma”. Il digital champion torinese Fabio Malagnino ha le idee chiare quando parla degli obiettivi dell’organizzazione di cui fa parte dall’anno scorso (www.digitalchampions.it). Un impegno che si aggiunge, completandolo, a quello ufficiale all’interno del Consiglio regionale del Piemonte, in cui si occupa di tecnologia, comunicazione e open government.

Il presupposto è molto semplice, come ricorda spesso anche Riccardo Luna, ex Direttore di Wired Italia e oggi alla guida dei circa 1000 “campioni” nazionali chiamati a rappresentare i Comuni italiani (ma il numero cresce ogni giorno). Per ottimizzare le risorse e intervenire correttamente bisogna sapere bene quel che succede nel paese. “Ecco quindi – aggiunge Malagnino – che diventa fondamentale informare, far conoscere come sta cambiando la PA, quali sono le nostre maggiore debolezze e quali i punti fermi da cui ripartire per ridurre il divario digitale fra noi e il resto d’Europa”.

Ne è un esempio il recente “digital day” organizzato sul tema della fatturazione elettronica insieme a Unioncamere e InfoCamere, che il 9 marzo scorso ha riunito rappresentanti delle Camere di Commercio di tutta Italia per fare il punto sui nuovi meccanismi di pagamento usati da e verso la PA. “Ne abbiamo illustrato i meccanismi di funzionamento, ma anche evidenziato i benefici, non soltanto per il settore pubblico, ma anche per imprese e professionisti fornitori”. E molti altri possono essere i temi su cui lavorare nel futuro, dalla banda ultralarga agli open data, dalla gestione documentale ai sistemi di identificazione accesso ai servizi.

“Le cose da fare non mancano”, aggiunge Malagnino. Il Piemonte è sicuramente una Regione che può offrire molte best practice al resto del Paese. “Ma possiamo anche imparare molto dagli altri ed è proprio questo continuo scambio di conoscenza quello a cui puntava il Governo e l’Agenzia per l’Italia Digitale quando hanno dato vita ai digital champions”. Che al contrario di quanto si possa immaginare non appartengono soltanto alla pubblica amministrazione, ma vedono fra di loro anche rappresentanti dell’imprenditoria. Perché se si parla di innovazione, soprattutto in un momento di scarse risorse come questo, il dialogo fra pubblico e privato può rivelarsi davvero un’arma in più.

Maurizio Gomboli

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here