Con oltre 50 progetti presentati da aziende e centri di ricerca, giovedì 10 luglio si è chiuso il bando regionale in ambito “Internet of Data – IoD”, che mette a disposizione di imprese e centri di ricerca 7,5 milioni di euro a sostegno di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale di applicazioni integrate e innovative. “Il valore complessivo delle proposte – spiega Anna Cavallo, responsabile dell’area Soluzioni Trasversali del CSI – è stato di circa 45 milioni di euro, per un contributo totale richiesto pari a circa 26,4 milioni. 193 i beneficiari che hanno presentato domanda, fra i quali aziende di diverse dimensioni e 16 Centri di ricerca”. Il termine previsto per la valutazione delle domande è fissato al 10 ottobre prossimo.

Oltre a rappresentare un appuntamento importante per il tessuto produttivo piemontese, il bando ha visto un’importante sinergia fra Regione e CSI-Piemonte. Prevedendo come elemento premiante l’utilizzo della piattaforma cloud “Smart Data Platform” (voluta dalla Regione Piemonte e realizzata dal CSI per la gestione delle informazioni prodotte da sistemi “intelligenti” connessi a Internet e dei Big Data – www.smartdatanet.it), si è scelto infatti di favorire l’ottimizzazione delle risorse disponibili e la specializzazione delle imprese su temi innovativi, mettendo a disposizione di tutti quanto già sviluppato dal Consorzio.

“L’obiettivo – spiega Roberto Moriondo, Direttore per l’innovazione e ricerca della Regione Piemonte e rappresentante delle Regioni nel Comitato di Indirizzo dell’Agid – era quello di offrire alle piccole e medie imprese la possibilità di acquisire nuove competenze nel mondo dell’Internet delle Cose, creando nuove applicazioni e servizi sui temi più diversi: energia, trasporti, salute, scuola, sicurezza”. Alle aziende il compito di raccogliere dai dati raccolti, incrociarli con quelli pubblici e arrivare a proporre nuove soluzioni. Secondo l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2013 gli oggetti interconnessi tramite rete cellulare sono stati 6 milioni (+20% sul 2012).

Si tratta di un mercato di circa 900 milioni di euro, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente. A questo si aggiunge il patrimonio di dati pubblici italiani, con oltre 3.800 CED e 58.000 server fisici (solo il CSI gestisce oltre 1.400 database, costituiti da quasi 134.000 tabelle). “Chi saprà immagazzinare, elaborare e gestire questo materiale sarà in grado di gestire le enormi possibilità di cambiamento rappresentate dai Big Data”, aggiunge Moriondo.

Ulteriori informazioni saranno disponibili nella sezione Innovazione del sito regionale. Intanto, la prima occasione di approfondimento, riservata agli Enti locali, è già fissata per il prossimo 1° ottobre a Torino, con il workshop “Dagli open data all’Internet of Things”.

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